Mi chiamo Lucrezia Ravera, sono una dottoranda in fisica teorica presso il Politecnico di Torino e il mio campo di ricerca è la Supergravità. La lettura che ho scelto è il romanzo "Un cuore così bianco", di Javier Marías.

mercoledì 17 febbraio 2016

La macchina nel libro

Alcuni riferimemti alla macchina nelle citazioni tratte da "Un cuore così bianco", di Javier Marias:
  • Macchina fotografica: "La cosa più evidente del suo viso erano gli occhi incredibilmente svegli, abbaglianti, a volte, per la devozione e la fissità con cui sapevano guardare, come se ciò che vedevano in ogni momento fosse di estrema importanza, degno non solo di essere visto ma di essere studiato con attenzione, di essere osservato in modo esclusivo, di essere appreso per conservare nella memoria ogni immagine catturata, come una macchina fotografica che non si fidasse del suo mero processo meccanico per registrare le percezioni e dovesse sforzarsi al massimo, mettendocela tutta."
  • Macchina da scrivere: "L'unica cosa che so è che questa giovane donna che non sembra più giovane da troppo tempo si veste nello stesso modo, con golfini e camicette dal collo rotondo, con gonne a pieghe e calze bianche, che da troppo tempo sale su una scala per prendere il nastro della macchina da scrivere con le unghie rotte e macchiate d'inchiostro, la sua figura snella leggermente appesantita, i seni, che ho visto crescere, sempre più rilassati, lo sguardo annoiato e le occhiaie crescenti, le palpebre gonfie dalle poche ore di sonno a coprire quegli occhi che furono bellissimi; o forse sono gonfie solo per ciò che hanno avuto davanti fin da quando era piccola." 
  • Organetto: "Non li ho obbligati, questo è ovvio, c'è stata una transazione o un patto e a me è bastato spendere dei soldi per lavorare in pace (ne avrei guadagnati di più lavorando) e per loro non era vitale stare sul mio angolo, di certo avrebbero preferito andare più in su con i miei soldi che stare sul mio senza soldi, per questo hanno accettato e si sono spostati. Si può anche pensare che sono stati soldi facili, ci avrebbero messo ore a raggranellare quella quantità con le monetine dei pochi e tirchi passanti. Non è grave, è un incidente minimo, insignificante, che non pregiudica nessuno, anzi, ne hanno guadagnato entrambe le parti. Tuttavia mi sembra grave aver potuto decidere - perché possedevo del denaro e spenderlo non rappresentava un problema - dove l'uomo abbronzato avrebbe dovuto suonare l'organetto e dove la donna con la treccia avrebbe dovuto esibire il piattino. Ho comprato i loro passi, ho comprato la loro collocazione di ieri mattina, ho comprato pure, per un istante, la loro volontà." 

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